Migration Bulletin #2: Nuovo accordo riammissioni UE-Afghanistan. Respingimenti illegali nell’Egeo. Proteste dei migranti a Bruxelles e Pournara.

Oiza Q. Obasuyi
5 min readFeb 6, 2021

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Migrants from Afghanistan arrive via dinghy on a beach near the village of Skala Sikamias, after crossing part of the Aegean Sea from Turkey to the island of Lesbos, Greece on March 2, 2020. © Alkis Konstantinidis, Reuters via France 24

Nuovo accordo di riammissione* UE-Afghanistan**

Un nuovo accordo tra l’Unione Europea (UE) e l’Afghanistan sta per essere approvato dal Consiglio Europeo. Si tratta del Joint Declaration on Migration Cooperation between Afghanistan and the EU (JDMC) e, come ha sottolineato l’ONG European Council for Refugees and Exiles, questo accordo non farà altro che aumentare le deportazioni di richiedenti asilo afghani verso uno stato in cui vi è una crescente instabilità e un deterioramento continuo della sicurezza. Ricordiamo che, secondo la direttiva 2013/32/EU(3) Recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale, un paese è considerato sicuro se:

“[…]sulla base dello status giuridico, dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico e della situazione politica generale, si può dimostrare che non ci sono generalmente e costantemente persecuzioni (…) né tortura o altre forme di pena o trattamento disumano o degradante, né pericolo a causa di violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato interno o internazionale.”

Secondo il rapporto Civilian Casualties in 2020 realizzato dall’Afghanistan Independent Human Rights Commission: sono stati uccisi 2,958 civili e 5,542 civili sono rimasti feriti nel 2020, tra cui molti bambini. Nel mese di dicembre 2020 sono aumentati gli attacchi terroristici (in particolare nelle province di Baghlan e Uruzgan). Una serie di attacchi si è verificata anche a inizio febbraio 2021 di quest’anno, colpendo in modo particolare la capitale, Kabul. Infine, il tribunale amministrativo del Baden-Württemberg (Germania) ha emesso una sentenza riguardante l’illegittimità di deportare richiedenti asilo afghani per il deterioramento delle condizioni di vita causato dal Covid-19, alla luce della scarsità di accesso alle cure e alle strutture per soddisfare i bisogni di base. Eppure, il JDMC sembra non tenere in considerazione questi aspetti. Il predecessore di questo accordo tra UE e Afghanistan, il Joint Way Forward (JWF) siglato nel 2016, era già stato criticato per le motivazioni sopramenzionate: l’Afghanistan non è un paese sicuro e, come ha evidenziato il New Humanitarian lo scorso anno, questi accordi mirano a riportare indietro persone in un paese dove sono ancora presenti conflitti armati e attacchi terroristici.

  • Da Leggere:

(*)Articolo dal titolo L’interazione tra accordi internazionali dell’Unione europea ed accordi conclusi dagli Stati membri con Stati terzi per il contrasto dell’immigrazione irregolare, della rivista Diritto, Immigrazione e Cittadinanza. L’articolo tratta dell’approccio sempre più frequente, e preoccupante, dell’UE di adottare accordi informali con paesi terzi di dubbia legittimità.

(**) Country Guidance Afghanistan 2020 dell’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo (EASO: European Asylum Support Office) sulle condizioni dell’Afghanistan.

Afghan migrants gather in a square outside the Victoria metro station in central Athens, Greece, 24 February 2016 via New Europe

Respingimenti illegali nell’Egeo

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Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea

  • Articolo 19 (1;2): “Le espulsioni collettive sono vietate”; “Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti”
  • Articolo 18 : “Il diritto di asilo è garantito nel rispetto delle norme stabilite dalla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e dal protocollo del 31 gennaio 1967, relativi allo status dei rifugiati, e a norma del trattato sull’Unione europea e del trattato sul funzionamento dell’Unione europea […].

Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo

Articolo 4 Protocollo 4: “Le espulsioni collettive di stranieri sono vietate”.

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Il Legal Centre di Lesbo (Legal Centre Lesvos) ha pubblicato il rapporto Crimes Against Humanity in the Aegean (1 febbraio 2021), in cui sono stati denunciati i respingimenti sistematici delle autorità greche nei confronti dei richiedenti asilo.

Crimes Against Humanity in the Aegean

Nel rapporto sono presenti numerose testimonianze di richiedenti asilo che hanno confermato, oltre ai respingimenti, diverse violazioni dei diritti umani: abbandono in mare, detenzione arbitraria in condizioni inumane e degradanti, deprivazione di cibo e acqua, negazione dell’accesso alle procedure di asilo.

Due degli schemi del rapporto Crimes Against Humanity in the Aegean

Il problema, oltre alle sopramenzionate violazioni, è che, come viene sottolineato dal Legal Centre, le autorità greche agiscono impunite.

Crimes Against Humanity in the Aegean

Proteste dei migranti a Bruxelles e Pournara

Bruxelles, Belgio

A Bruxelles 150 richiedenti asilo, tra cui famiglie con bambini, hanno occupato una chiesa, con tende, coperte e materassi, a causa delle condizioni precarie in cui si trovano e che il governo sembra ignorare. Protestano affinché vengano regolarizzati, per l’accesso al sistema sanitario ed educativo e a opportunità lavorative che non implichino lo sfruttamento — condizione che, se non si è in possesso dei documenti necessari, è maggiormente diffusa.

Migrants occupy the Beguinage church in Brussels, demanding dialogue with the government over regularization | Photo: AP Photo/F. Seco via InfoMigrants

Pournara, Cipro

I richiedenti asilo del centro di accoglienza di Pournara hanno protestato a causa delle condizioni in cui vivono. Si tratta di un centro con 1600 persone, la capienza massima è di 700 posti. A ciò si aggiunge la sempre più crescente paura di contrarre il Covid-19, dato che il distanziamento, in condizioni simili, non è possibile, e alle condizione igieniche precarie.

“Qui ci sono persone da due o tre mesi. La gente è stanca, ci si sente come in prigione. Siamo fuggiti dall’oppressione e dalle carceri ma abbiamo scoperto che qui è come stare in prigione. Non c’è differenza”: ammette un ragazzo siriano originario di Idlib che ha chiesto lo statuto di rifugiato”- Euronews

“Proteste dei migranti al campo di Pournara, Cipro. In 1600 in una struttura da 700 posti” via Euronews

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Oiza Q. Obasuyi

1995 | MA International Relations Unimc| Freelance writer -The vision, Internazionale, Melting pot Europa | Contributor& Jr Researcher CILD - Open Migration